ALDILA’ O ALDIQUA’

COD.IPI 391732350

ATTO I

 

 

Personaggi:

Operatore ; Giovanni, un uomo sulla quarantina , belloccio molto innamorato della bella giornalista.

Giornalista ; Stefania, sulla quarantina , bella donna,unica donna della commedia , giornalista a caccia dello scoop della sua vita, anche lei sotto sotto innamorata del bell’operatore.

Cacciatore, Carlo sulla cinquantina .

Amico; Franco sulla quarantina .

Figlio; Andrea sulla trentina, figlio di Carlo un po’ malato di mente, insomma non ci sta con la testa.

Scenario: la commedia si svolge completamente all’interno di una stanza di una casa di campagna. La porta d’ingresso a quadratini di vetro è posta sulla sinistra della scena (in particolare la parete con la porta è ruotante intorno ad un perno, in modo che questi sia possibile portarla al centro del palcoscenico e riportarla sul fondo quando non viene utilizzata.

Un caminetto sul muro di destra , un tavolo tondo, con tre gambe, al centro della stanza , cinque sedie di paglia sul fondo della parete un mobiletto a vetri in arte povera con suppellettili campestri , sul fondo sulla destra una porta di legno.

Si apre il sipario, la stanza si presenta al buio : tutti i mobili sono coperti da lenzuola bianche. Si sente il battere della pioggia sul tetto e dalla porta a vetro e da finestre nascoste traspare una luce fioca ma che consente al pubblico di distinguere gli oggetti sulla scena tra un lampo ed un altro.

 

 

 

 

Un tuono rompe il silenzio e la monotonia della pioggia. Una voce fuori campo prorompe sulla scena mentre una luce tubolare penetra, all’interno della casa, dai vetri della porta.

Operatore: Ispeziona, con la luce della torcia, l’interno della casa poi bussa con le nocche alla porta “c’è nessuno in        casa?” chiede con voce tremolante dal freddo

Giornalista: “Non c’è nessuno!” afferma poco dopo anche lei con voce tremolante dal freddo

Operatore : bussa nuovamente “c’è nessuno?”

Giornalista: poco dopo “non c’è nessuno!”

Operatore: rivolgendosi alla donna un po’ stizzito “e dagli il canso” una breve pausa “ sono le tre di notte, fa un freddo   cane, siamo in aperta campagna, forse un’altra abitazione sarà a qualche chilometro di distanza e tu ti aspetti che se c’è qualcuno questi stanno aspettando noi?” riprende imitando i probabili abitanti della casa “oh! Carla sono quasi le tre ed i nostri amici non sono ancora arrivati  andiamo a dormire? “ facendo adesso la voce da donna “no caro aspettiamo un altro pochino , sediamoci qui vicino alla porta così appena bussano li apriamo”

Giornalista: lo applaude “bravo , bravo bella interpretazione”

Operatore : “scusa ma dagli il  tempo di svegliarsi , capire cosa sono questi rumori, decidere il da farsi. Tu cosa faresi al posto loro?”

Giornalista: “io al posto loro?” dopo una breve pausa “farei entrare la donna e lascerei fuori quel cafone dell’uomo”

Operatore: lui la guarda con superficialità “lasciamo perdere. Oggi è una giornata in cui avrei voluto non alzarmi” bussa nuovamente alla porta. Questa volta con voce più alta “c’è nessuno in casa?” dopo un minuto di silenzio con voce imperativa “non c’è nessuno”

Giornalista: “cosa ti avevo detto ?” lo guarda con un sorriso da ebete, lui alza le spalle e dopo una breve pausa “cosa facciamo?”

Operatore: “entriamo” rompe uno dei vetri della porta con la pila ed apre dall’interno.

 

I due personaggi entrano in scena completamente bagnati.

 

Giornalista: “mi sento un pesce fuori dall’acqua” si toglie l’impermeabile completamente zuppo d’acqua, lui intanto cerca l’interruttore della luce e fa luce sulla scena, si guardano attorno “mi sa che qui non c’è nessuno”

Operatore: toglie dal tavolo il lenzuolo poi va verso la parete di destra e scopre il caminetto , mentre la giornalista cerca di togliersi l’acqua dai capelli lunghi “c’è un caminetto vediamo se riesco ad accenderlo”

Giornalista: “Se riuscissi a fare un’impresa del genere, senza produrre un incendio, mi meraviglierei” lui la guarda contrariato , poi , come colpito nell’orgoglio, cerca della legna , che trova sotto delle lenzuola vicino allo stesso caminetto, la mette nel caminetto e lo accende. Ora una fiamma alta riscalda la stanza. “quasi quasi devo ricredermi” si avvicina al caminetto “devo togliermi questi abiti bagnati” si toglie la giacca del tailleur e inizia a sbottonare la camicetta. Lui ancora piegato ad attizzare il fuoco la guarda con sguardo lussurioso. I due sguardi si incontrano lei intuisce le sue intenzioni, restano per un attimo ad osservarsi nella stessa posizione poi lei  si ricompone.

Giornalista: “ forse è meglio tenerseli addosso” Lui scatta dalla posizione di prima

Operatore: “stai forse pensando che io possa approfittare di questa situazione?”   Lei ricomponendosi fa si con la testa   ” pensi che io possa passare sopra alla nostra amicizia, che possa fregarmene di tutto il nostro rapporto ed approfittare di te?” Lei continua a fare si con la testa “ mentre continua a riabbottonare i bottoni della camicetta. Noi ci conosciamo da quando entrasti nell’azienda, ti ricordi quando facesti il tuo primo servizio?” Lei continua a fare si con la testa “ mi vuoi dire che te lo ricordi?”

Giornalista: “ no, voglio dire che non mi fido di te”

Operatore: “ ma non dire idiozie siamo tra adulti”

Giornalista: ” appunto”

Operatore:” Comunque penso che i nostri panni siano troppo bagnati per tenerceli addosso”  Lui inizia a togliersi il maglione, lei lo guarda poi decide nuovamente di spogliarsi e si ritoglie la giacca e inizia a sbottonarsi nuovamente la camicetta. Lui si rallegra ed avvicina una delle sedie del tavolo al caminetto dove vi appoggia il maglione. “Vedi il nostro rapporto di amicizia è talmente importante per me che nulla potrebbe farmi cambiare idea” La guarda mentre lei si toglie la camicetta e scopre le spalle e mostra il reggiseno a balconcino  “ se pensi che nel vedere i tuoi seni sodi io possa dimenticare la nostra amicizia” si tocca la fronte con una mano “ dicevo.. se pensi questo stai sbagliando completamente” intanto lei si sfila la gonna e resta in mutandina e reggicalze. Lui è pietrificato con occhi grandi quanto quelli di un bue “ sai cosa sto pensando?” senza aspettare la risposta “ pensandoci bene la nostra non è stata mai una grande amicizia”  gli si avvicina respirandole sulle spalle nude“ ma quando mai abbiamo mangiato insieme , ma chi ti conosce” lei lo guarda con sguardo cattivo. Lui si scosta “ Sotto queste spoglie c’è sempre un uomo” lei lo guarda dai piedi alla testa con sguardo compassionevole, “insomma quasi un uomo” alza le spalle.

Giornalista : “lasciamo perdere” si siede su un’altra sedia e si sfila le calze Lui riprende a spogliarsi togliendosi i pantaloni e li appoggia sulla sedia poi si sfila i calzini li scuote e li stende sullo schienale della sedia. Storce il naso inalando l’odore che emanano i suoi calzini , muove la mano al di sopra dei calzini come per  distribuire quell’odore, poi  inala nuovamente e storce la faccia disgustato, decide di togliere i suoi calzini dalla sedia. Si siede e pone i calzini nelle scarpe, accavalla le gambe e incrocia le braccia. Lei  si  è coperta con una delle lenzuola che ricoprivano i mobili e siede vicino a lui ed al caminetto. Si sente solo il crepitio del fuoco nel caminetto mentre fuori non piove più . lui storce nuovamente il naso muove la testa nella direzione delle sue scarpe poi le guarda, sono alla sua destra vicino alla sedia di fronte il caminetto. Le osserva poi guarda la donna, si piega di scatto abbassando le gambe e muovendo con larghi movimenti le mani. Lei lo guarda meravigliata. “mi vuoi dire qualcosa?” gli chiede incapace di interpretare quei gesti.

Operatore: continua a muovere le mani con ampi gesti prima in un senso poi nell’altro “ no, insomma…” è imbarazzato  “ fa caldo qui “ lei lo guarda sempre più perplessa poi distoglie lo sguardo e lo concentra sulla fiamma. Lui nel momento che lei distrae lo sguardo aumenta la velocità della sua mano e soffia nella direzione opposta  alla donna. Si alza e prende le scarpe ponendole sul muro in fondo alla scena, poi si risiede tranquillo riaccavallando le gambe e rincrociando le braccia.

Giornalista: lo guarda fisso, lui si guarda dietro come se lo sguardo di lei gli andasse oltre “ non hai più caldo?” Operatore: “caldo?” risponde come se non avesse capito poi si ricorda “ Ah! Vuoi dire…si prima… no!”

Giornalista: “ non ti senti a tuo agio?” lui abbassa lo sguardo

Operatore: “non so è questa casa che mi fa sentire strano. Ha un senso di spettrale abbandono”  dopo un attimo di silenzio “ chi sa chi ci abita. Se sono vivi o sono tutti morti. Forse i loro fantasmi ci stanno osservando” si guarda intorno lei fa altrettanto

Giornalista: “smettila con queste storie, lo sai che mi fanno paura” si ribella alzandosi di scatto dalla sedia.

Lui se la  ride

Operatore: “ dai sto scherzando” lui si avvicina , lei si allontana

Giornalista: “hai una bella faccia tosta. Dopo tutto quello che mi hai fatto oggi”

Operatore: “di nuovo.. ti ho chiesto scusa”

Giornalista: “ e già per te basta chiedere scusa e tutto passa”

Operatore: “cosa devo fare mettermi in ginocchio?” si mette in ginocchio con le mani giunte

Giornalista: “Dopo tutto mi prendi anche in giro non pensi che sia troppo?” si risiede stizzita. Anche lui si risiede

Operatore: “dai non prendertela così, dopo tutto sono stati solo incidenti.. e poi cosa ho fatto di così grave”

Giornalista:“ cosa hai fatto?” gli grida contro sbarrando gli occhi. “ stamattina ho aspettato quasi un’ora che tu

arrivassi“

Operatore: “non è stata mica colpa mia “ si discolpa alzando le mani “ l’azienda elettrica ha interrotto la corrente

stanotte e la sveglia non ha suonato” lei lo guarda di traverso

Giornalista: “ lasciamo perdere. E quello che è successo dopo? Di chi è la colpa?”

Operatore: “mia no di certo “ continua a scusarsi

Giornalista: “il nostro incarico era quello di intervistare l’onorevole Grimaldi, io mi sono preparata per benino, sono due giorni che preparo le domande , mi scervello per indossare il vestito giusto non troppo osè e ne troppo casto e lui cosa fa?”

Operatore: “cosa faccio?”

Giornalista: “prendiamo il caffè e non me lo butta addosso”

Operatore:“ guarda quello è stato un incidente.. mica vuoi dire che è stata colpa mia?”

Giornalista:“ chi ha tirato dalla parte sua la tovaglia del tavolino facendomi cadere la tazzina con il caffe sulla gonna?” Operatore: “è colpa mia se quel bar usa tovaglie piccole che non coprono completamente il tavolino?” lei si volta

dall’altra parte alzando la mano in tono di  (va fan culo). Poi riprende

Giornalista: “ e anche questa passi.. sono ritornata a casa e mi sono dovuta cambiare di abito”

Operatore: “secondo me quello ti stava molto meglio” lei lo guarda minacciosa

Giornalista: “ quando poi siamo andati dall’onorevole e gli ho fatto tutte quelle belle domande e lui mi ha date tutte quelle belle risposte e ci siamo salutati e io ti ho chiesto se avevi ripreso tutto, tu cosa mi hai detto?”

Operatore: “ ti ho detto che avevo ripreso tutto” le sorride

Giornalista: “ e perché quando poi siamo andati in macchina ed hai aperto quella cavola di telecamera non ci hai trovato dentro quella cazzo di cassetta?” completa la frase alzando il tono della voce

Operatore: “ora mi vuoi colpevolizzare per una piccola dimenticanza?”

Giornalista: “una piccola dimenticanza?” gli grida contro “quella era l’intervista della mia vita! Avrei potuto fare uno scoop e forse sarei riuscita a cambiare questa merda di carriera. Ma cazzo lui si va a dimenticare di mettere la cassetta nella telecamera”  Si volta verso il caminetto e respira forte cercando di calmarsi poi riprende “ e a fine giornata stanca distrutta ed incazzata come una bestia ci voleva pure questo tempo schifoso”

Operatore: “ ah! Di questo non prendertela con me” lei lo guarda con occhi che lo trafiggono zittendolo istantaneamente,  poi con più calma riprende

Giornalista:“ è vero che la pioggia era forte , è vero che la luminosità era quella che era ma cazzo un solo albero c’è nel raggio di un miglio e tu che fai? lo prendi in pieno?”

Operatore : “ e che è colpa mia se  quell’albero è stato messo proprio lì e poi tu mi hai dato quello schiaffo” lei lo manda nuovamente a quel paese con un gesto della mano. Si alza e cammina avanti ed indietro per la stanza anche lui si alza

Giornalista: “ non vedo la ragione perché dovevi guidare massaggiandomi la coscia”

Operatore: “ ah! Era la tua coscia, io credevo fosse il cambio”

Giornalista: ” hai distrutto la macchina “

Operatore: “è stata una bella botta per fortuna siamo usciti illesi”

Giornalista: “per fortuna un corno, comunque se tu te ne fossi dimenticato voglio ricordarti che quella macchina che costa 24 mila euro è mia, anzi era mia”  stanno lontano quasi un metro lei gli punta addosso gli occhi e con il dito pollice della mano destra fa segno verso di se rafforzando la proprietà dell’auto. Nello stesso momento un tuono forte scuote la casa abbassando per un attimo le luci, lei impaurita si getta tra le sue braccia, lui la stringe approfittando di quella situazione. Dopo un attimo che restano immobili l’uno tra le braccia dell’altro, lei si allontana respingendolo. Il lenzuolo trattenuto da chi sa cosa le cade di dosso scoprendo il suo corpo coperto solo dal reggiseno e dalla mutandina. Restano un attimo perplessi guardandosi a vicenda poi lei abbassa lo sguardo e nota che uno dei piedi di Giovanni è sul  lenzuolo e si rende conto che quel piede è stata la causa della sua nudità. “ uhee! Bell’ommo statt’attient a te” si rivolge a lui  minacciosa  con voce doppia e in dialetto torrese . Lui impressionato di quella repentina metamorfosi fa un passo indietro

Operatore: “Vade retro satana” le grida mostrandole in faccia una croce formata dall’unione delle sue due dita indice “avevo ragione in questa casa ci sono i fantasmi”

Giornalista: “ma qua fantasm e demonio”

Operatore: “satana si è impossessato di lei. Abbandona questo corpo e ritorna negli inferi, te lo ordino IO”

Giornalista: “ ha parlat oh Patatern”  lui incurante continua con lo stesso tono

Giornalista: “ abbandona questo corpo” non avendo risposta “ se non lo vuoi abbandonare sarà peggio per te” lei lo guarda perplessa per ciò che ha detto “ questo” indica il corpo di lei “ è un corpo sfortunato” lei raccoglie da terra il lenzuolo e si ricopre

Giornalista: “ hai finito di dire stronzate?”  gli riparla con la voce normale

Operatore:“ uanma. Gli è bastato sapere che eri sfortunata e se ne andato ”

Giornalista: “lasciamo perdere cerchiamo di riposare un po’ “ .  Lui si porta verso il fondo del teatro e guarda all’interno della porta di destra

Operatore: “vieni qua c’è una camera da letto” lei si avvicina, poi lo guarda minacciosa

Giornalista: “ è un letto matrimoniale”

Operatore: “non preoccuparti non mi imbarazzo facilmente”

Giornalista: “promettimi che ti comporterai da gentil uomo” lui alza la mano destra in segno di giuramento

Operatore: “prometto che mi comporterò da gentil uomo”

Giornalista: “altrimenti”

Operatore: “ si lo so altrimenti fai tornare satana” . Le due figure si allontanano scomparendo all’interno della stanza da letto.

 

La scena ridiventa buia, ogni cosa viene rimessa a posto come era prima dell’entrata dei due personaggi. Riprende a piovere con lampi e tuoni, il palcoscenico ripropone la porta di ingresso al centro dello scenario. Dopo alcuni minuti di completo silenzio. Sul palcoscenico fuori la porta si presentano tre uomini vestiti di cacciatori.

 

Cacciatore: “Dio mio non ce la faccio più. Mi sembra di aver camminato per centinaia di chilometri. Ho i piedi che non me li sento più”

Amico: “ A chi lo dici. E’ la quarta volta che tuo figlio mi calpesta il callo”

Figlio: “ Non è vero papà. E’ lui che mi dice di saltargli sui piedi”

Amico: “e già io nun  tengo neint a ch fa “

Figlio: “ papà mi vuoi bene”

Cacciatore: “ Certo che ti voglio bene”

Figlio: “allora mi credi?”

Cacciatore :  “certo che ti credo”

Amico: “ ma ch stai dicenn?”

Cacciatore: “ Il bambino…”

Amico: “ bambino ma ten perlomeno trent’ann”

Cacciatore: “ insomma mio figlio è un po’…. Come devo dire”

Amico : “scemo”

Cacciatore: “ è un po’ abbonato”

Amico: “nu poc? Chill se fatta abbonamento fin al duemilaetrenta!”

Cacciatore: “insomma… dobbiamo assecondarlo” Guardano all’interno della casa. Il cacciatore bussa alla porta

Cacciatore: “C’è nessuno in casa?”

Figlio: “ chi è? Chi bussa?” con voce falsata da donna

Cacciatore: “siamo tre cacciatori.. ci siamo persi. possiamo riposarci per la notte? Non le daremo fastidio domani mattina presto togliamo il disturbo”

Figlio: “ siete cacciatori?”

Amico: “ si signora”

Figlio: “ e cacciatori di che?”

Cacciatore: “ spariamo agli uccelli. Quaglie, fagiani..”

Figlio: “ sparate agli uccellini?… A me non piacciono quelli che sparano agli uccellini”

Cacciatore: “ spariamo….. ma mai na vota che avessimo colpito un uccellino neppure uno piccolo così. E’ vero?” chiede conferma all’amico. L’amico si accorge che è il figlio a parlare imitando la voce dell’ipotetica abitante donna all’interno della casa.

Amico:” Carlo” lo chiama

Cacciatore:” Signora.. vi giuro che non abbiamo mai sparato a nessun animale. Pensate che camminiamo in punta di piedi per non uccidere le formiche”

Amico: “ Carlo”

Cacciatore: “ Signora?”

Amico: “Carlo”

Cacciatore:” che vuoi? Nascondi questi fucili altrimenti la signora non ci fa entrare”

Amico: “ ma quale signora. E’ tuo figlio”

Cacciatore: “ chi Andrea?…. Andrea a papà sei stato tu a fare la voce della signora”

Figlio:” papà ma  a me dispiace che uccidiamo gli uccellini”

Cacciatore: “ che te potessn accirr: Io ho passat nu guaio appressa a chist”

Amico: “ Ma perché te lo sei portato?”

Cacciatore: “ guarda non me lo chiedere” Ribussa alla porta

Cacciatore: “ c’è nessuno in casa”

Figlio :” chi…”

Cacciatore: “ statt zitto tu” lo zittisce dandogli uno scoppolone  dietro il capo “ sentite. Qua non c’è nessuno io rompo il vetro ed entriamo in casa. Non possiamo passare la notte nel bosco” rompe uno dei vetri della porta ed entrano in casa. Sono tre uomini vestiti da cacciatore con due fucili. Tutti e tre hanno i vestiti bruciacchiati.

Amico: “ la casa è disabitata. Vedi i mobili sono tutti coperti da lenzuola”

Cacciatore: “ a me fa un po’ impressione”  l’amico accende la luce. Appoggiano i fucili contro il muro. L’amico scopre la tavola e le sedie. IL cacciatore e l’amico si siedono verso il pubblico.

Cacciatore: “ mamma  che giornata”

Amico:” e’ stata colpa tua”

Cacciatore:” hai ragione, non dovevo fargli mantenere le munizioni”

Amico: “ ma come si può pensare di lasciare delle munizioni in mano a un….” Il padre fa segno di essere clemente  nella definizione del figlio. “ a un ragazzino” il padre si compiace che il suo amico abbia alla fine trovato la parola adatta per suo figlio.

Cacciatore: ”in fin dei conti è rimasto un bambino” lo guardano entrambi. Lui sta giocando alla “settimana” con un colpo di fucile da caccia . Lo butta sul pavimento poi salta , con saltelli tipici del gioco, e lo raccoglie. Nuovamente lo butta  ed alzando una gamba saltella fino a raggiungerlo. I due si guardano, poi l’amico scatta dalla sedia e raccoglie il proiettile prima che questo diventi nuovamente preda del figlio.

Amico:” ma allora sei scemo forte?” lo guarda con sguardo arrabbiato. Lui si dispiace e si mette in un angolo della stanza.

Cacciatore: “ io non so più cosa devo fare con questo” lo indica. Poi riprendono la conversazione seduti al tavolo.

Amico: “ ci siamo salvati per miracolo”

Cacciatore: “ lo puoi dire forte”

Figlio: “ PER  MIRACOLO” grida a squarcia gola. I due lo guardano lui zittisce.

Amico: “ potevamo morire tutti e tre come stiamo”

Cacciatore: batte le mani per la disperazione poi si liscia la faccia “ non avrei mai pensato che quello si metteva a giocare con i fiammiferi” poi rivolto al figlio” ma chi te li ha dati quei fiammiferi” il figlio indica l’amico

Amico: “ oltre ad essere scemo sei anche bugiardo. Io non ti ho dato niente”

Cacciatore: fa segno all’amico di lasciar perdere. ”non dovevo lasciare che lui li prendesse”

Amico: “io ho visto solo il fuoco del cerino , poi una botta e mi sono sentito come se qualcuno mi avesse dato una spinta forte da farmi cadere per terra”

Cacciatore: “e perché io no? Lo spostamento d’aria mi ha scaraventato contro un tronco , per fortuna e dico per fortuna non sono urtato con la testa, altrimenti a quest’ora ero bello che sepolto” . i due ripensano a quello che gli è accaduto e scuotono la testa . Alle loro spalle , sulla sinistra, il figlio ha trovato una delle lenzuola tolte dalle sedie . Lo guarda se lo gira tra le mani poi con un coltellino fa due buchi e si infila addosso il lenzuolo in modo che i due buchi lasciano liberi gli occhi.

Cacciatore: “ho avuto paura”

Amico: “non me lo dire”

Cacciatore: “quando mi sono rialzato mi sono controllato tutto il corpo , credevo di essermi ferito o rotto qualcosa”

Amico: “io credevo di essere morto”

Cacciatore: “è stato un miracolo come mio figlio non si sia fatto niente” l’amico scuote la testa

Amico: “peccato”

Cacciatore: “che vuoi dire?”

Amico: “volevo dire che peccato che è successo questo incidente , ci stavamo divertendo”

Cacciatore: “è vero , è stata una bella giornata. Ma non importa , l’importante che non è successo niente e domani torniamo a casa” . nel frattempo il figlio con il lenzuolo addosso si sposta alle loro spalle senza farsene accorgere, si è portato alla destra del palcoscenico. “a proposito dove è mio figlio?” guarda alla sua sinistra non vede però suo figlio

Amico: “non lo so , pochi minuti fa era lì” indica la sinistra del palcoscenico . il figlio è alle loro spalle in punta di piedi si avvicina coperto dal lenzuolo

Figlio: “Ah! Ah!” grida. I due si girano di scatto e nel vedere quel lenzuolo da cui spuntano quei due occhi spiritati , saltano dallo spavento

Cacciatore: “oh! Dio mio “ si accascia sulla sedia portandosi la mano al petto “il cuore”

Figlio: “papà, papà” gli si avvicina togliendosi il lenzuolo da dosso

Amico: “hai visto cosa hai combinato?”

Cacciatore: “mi sento il cuore in gola” si tocca la gola in senso di soffocamento

Amico: “ presto, prendi un po’ d’acqua” dice rivolto al figlio che non sa cosa fare e  gira su se stesso. Si guarda intorno ma non sa dove prendere dell’acqua, poi deciso si avvicina al padre e gli sputa in faccia.

Cacciatore: “ma che cavolo stai facendo?” si alza di scatto dalla sedia pulendosi la faccia con un fazzoletto

Amico: “ma che fai? Ti avevo detto di prendere un po’ d’acqua “ il figlio piagnucolando

Figlio: “non so dove sta l’acqua”

Amico: “ questo non significa che gli devi sputare in faccia”

Figlio: “però adesso sta meglio” Il cacciatore si allontana verso la sinistra del palcoscenico continuando a pulirsi la faccia con il fazzoletto, intorno al tavolo siedono gli altri due

Amico: rivolto al figlio “ma quanto sei scemo” gli dice in faccia

Figlio: “mi sei antipatico” dopo essersi scambiati questi complimenti “ vogliamo fare un gioco?” l’amico sta seduto e fa finta di non ascoltarlo  “io ti dico un particolare di un animale, se tu indovini l’animale , io ti do 5 euro , se invece non lo indovini tu mi dai 5 euro, poi tu mi dici un particolare  di un animale a me, se io indovino l’animale tu mi dai 50 centesimi altrimenti te li do io “

Amico: interessato da questo gioco “fammi capire. Tu mi fai la domanda se indovino l’animale tu mi dai 5 euro?” il figlio fa si con la testa “ma ce l’hai i soldi?” lui glieli fa vedere , l’amico guarda il cacciatore per verificare che sta lontano e che può truffare il figlio senza che lui se ne avveda “mi piace questo gioco possiamo incominciare” sorridono entrambi “incomincio io . qual’è quell’animale con le orecchie lunghe ed i denti di avanti grandi?”

Figlio : “il Coniglio”

Amico: “bravo . Hai visto che quando vuoi sai essere anche intelligente?” prende dalla tasca 50 centesimi e glieli da al figlio che è contento di aver vinto

Figlio : “ora tocca  a me “ si prepara “qual è quell’animale che ha sette gambe e tre occhi?”

Amico: “non esiste un animale simile”

Figlio: “esiste, esiste. Non lo sai come si chiama?” dopo un pò che l’uomo si scervella per capire di quale animale si tratti “non lo sai , non lo sai mi devi dare 5 euro”

Amico: “eccoti i tuoi soldi. Ma adesso dimmi come si chiama questo animale”

Figlio : “non lo so! “ prende dalle mani dell’amico i 5 euro e gli consegna i 50 centesimi secondo le regole del gioco.

Amico: “mi hai imbrogliato, brutto fetente. Ridammi i miei soldi” lo rincorre

Figlio: “Papà, papà “ si nasconde dietro il padre

Cacciatore: “ Franco ti ci metti anche tu”

Amico: “mi ha truffato”

Cacciatore : “lascia perdere” ritorna finalmente la calma . Si mettono intorno al tavolo da sinistra a destra Franco , Carlo e Andrea in piedi.

Cacciatore: “ho passato i guai con la mia famiglia “ si lamenta con l’amico “ oltre a mio figlio ho anche una sorella. Tu conosci mia sorella?”

Amico: “no, non ho avuto il piacere “ contemporaneamente Andrea fa segno si con il capo. Franco risponde a Carlo ma guarda il figlio, Carlo se ne accorge e lo guarda anche lui , poi si rivolge a Franco

Cacciatore: “ perché dice di si?”

Amico: sorride “niente, ha un dolore al collo” Carlo lo guarda con sguardo interrogativo “me lo ha detto prima “ si giustifica. Si alza e va verso Andrea , lo trasporta prendendolo da dietro il collo verso il centro del palcoscenico  “si può sapere perché dici di si?”

Figlio: “ ti ho visto mentre ti baciavi con la zia” lui fa segno di star zitto

Amico: “abbassa la voce” lo minaccia “ non ero io”

Figlio: “si che eri tu”

Amico: “non era la zia”

Figlio : “si che era la zia”

Amico: “continua a dire una cosa di questo genere e ti prendo a calci” poi tornando verso il tavolo “ ti è passato il torcicollo?” si risiede

Cacciatore: “che c’è a papà hai il torcicollo?” lui fa segno di si con la testa “deve essere stata l’esplosione, povero ragazzo” lo accarezza “ si è salvato per miracolo” poi rivolgendosi nuovamente all’amico “ ti stavo dicendo di mia sorella. Io non ne posso più. Scusami se ti parlo di queste cose di famiglia ma ho bisogno di sfogarmi con un amico. Mia sorella è una ingenua, una che sogna il grande amore” si asciuga la fronte con il fazzoletto “ è una donna fragile , basta che un uomo le giri un pochino intorno e lei se ne innamora. E quell’uomo diventa l’uomo della sua vita e che non può più vivere senza di lui” fa una pausa “ma tutti ne approfittano della sua voglia di essere amata e di amare e dopo qualche giorno mia sorella resta nuovamente sola con la sua malinconia “ sospira “a volte mi fa pena vederla con gli occhi spenti a guardare chi sa cosa”

Amico : “e tu che fai?”

Cacciatore: sorride in modo amaro “che vuoi che faccia” lo fissa per un attimo “le sto vicino, le dico le cose che si devono dire in queste situazioni. Le dico di non essere triste che se è finito significa che quell’uomo non la meritava e che lei merita di meglio” si asciuga nuovamente il viso con il fazzoletto “e altre cose di questo genere”

Amico: “ma forse non ha trovato ancora l’uomo giusto per lei”

Cacciatore: scuote la testa “no, non è come tu dici, mia sorella non troverà mai l’uomo della sua vita” scuote la testa “mia sorella è una donna troppo bella e da lei gli uomini vogliono solo una cosa” fa una breve pausa “il suo corpo e non la sua mente”

Amico: “secondo me stai esagerando “

Cacciatore: “no, ti assicuro che non sto esagerando per niente, pensa adesso si è invaghita  di un altro uomo,sembra sia anche più grande di lei di almeno 10 anni. Non mangia più  ed è sempre sopra pensiero e poi quando può scappa da lui. Un altro uomo che la farà illudere. Ti giuro che se lo becco lo ammazzo” il figlio nel frattempo ha raccolto da terra uno dei fucili e lo sta porgendo al padre. Franco scatta verso Andrea e gli toglie da mano il fucile. Lo trascina nuovamente al centro del palcoscenico.

Amico: “vedo che non mi sono spiegato molto bene prima. Hai capito cosa ti ho detto?” Andrea fa segno di si con il capo “e allora perché continui , mi vuoi vedere morto?” fa nuovamente segno di si con il capo “smettila cosa vuoi?”

Figlio: “voglio i soldi” franco lo guarda arrabbiato poi si rilassa

Amico: “quanti?”

Figlio: “diciamo…” alza gli occhi al cielo come per fare i conti “ 5 euro” l’amico fa un grosso sospiro poi prende i soldi dalla tasca e gli da 5 euro. Ritorna al suo posto

Cacciatore: “insomma  Franco non mi fai  finire il discorso che ogni tanto te ne vai”

Amico: “Scusami , tuo figlio ogni volta mi chiede di fargli  un massaggino al collo . cosa devo fare? Non glielo faccio?” Carlo guarda il figlio

Cacciatore : “ti è passato il torcicollo? “ il figlio fa segno di si con la testa, poi si rivolge nuovamente a Franco “ mia sorella è una bella donna. Oh niente da dire delle altre ma lei ha proprio tutte le cose al posto loro”

Amico: “infatti” Carlo lo guarda

Cacciatore: “come fai a dirlo?”

Figlio: “lo sa , lo sa” Carlo volge lo sguardo verso il figlio mentre Franco lo guarda arrabbiato

Cacciatore : “cosa vuoi dire a papà?” . Andrea passa il braccio dietro le spalle del padre in modo che lo possa vedere solo Franco, poi strofina il pollice con l’indice in segno di volere altri soldi. Franco vede quella mano che lo sta ricattando, sospira forte poi costretto dalla situazione prende i soldi dalla tasca e pone 5 euro nelle mani di Andrea. Con velocità supersonica Andrea prende i soldi e li ripone nelle sue tasche , ma la mano ritorna a presentarsi a Franco strofinando le due dita . Franco non può far altro che prendere un’altra banconota da 5 euro e metterla nella mano di Andrea . Adesso la mano si ritrae e non compare più.

Cacciatore: “allora a papà cosa volevi dire prima?”

Figlio: “quando?”

Cacciatore: “prima . ti ricordi? Hai detto lo sa, lo sa. Cosa sa Franco” Andrea guarda in alto per la stanza poi

Figlio: “una farfallina” la rincorre cercando di prenderla

Cacciatore: “questo figlio sta peggiorando è diventato completamente scemo”

Amico: “chiamalo scemo”

Cacciatore: “cosa dici?”

Amico: “niente” guarda l’orologio “si è fatto tardi cosa ne dici se cerchiamo di dormire un po’ “

Cacciatore: “buona idea” Franco si alza ed ispeziona la casa aprendo la porta di legno sul fondo dello scenario

Amico: “guarda cosa ho trovato , un letto matrimoniale. Se ci stringiamo potremo dormire un po’”

I tre personaggi raccolgono le loro cose e vanno a dormire chiudendo dietro di loro la porta di legno massello.

Il palcoscenico torna buio.

 

 

 

 

 

 

ATTO II

 

 

 

La scena è nuovamente al buio . Questa volta , la scena, si presenta sia con gli oggetti della coppia che di quelli dei tre cacciatori. Fuori campo si sente un rumore tipico di uno schiaffo.

Operatore : “Dio mio che ceffone” . voce fuori campo

Entra in scena la giornalista coperta da un lenzuolo. La scena riacquista luce.

La giornalista entra veloce e con aria stizzita dirigendosi verso i propri indumenti posti sulla sedia vicino al caminetto ancora caldo e fumante. Controlla con le mani se i suoi indumenti sono asciutti poi accorgendosi che sono ancora umidi, scrolla la testa.

L’operatore entra con passo lento, mantenendosi con una mano la guancia schiaffeggiata .

Operatore : “mamma mia che schiaffo”. Si lamenta. “cosa hai al posto delle mani?” Le chiede , lei lo guarda in segno di sfida poi riprende a controllare gli abiti “sono armi improprie che non dovresti usare” la rimprovera, lei lo guarda nuovamente alzando le sopracciglia. Dopo un attimo di silenzio. “ potresti far male a qualcuno” ancora un attimo di silenzio “ non lo dico per me, ormai me lo hai dato” alza le spalle “non è successo nulla , sono ancora vivo” lei lo guarda come per dire <ma fammi il piacere> “devi stare attenta a come usi quelle palette. Incontri uno per strada , non so , uno su di una macchina che distrattamente frena di botto e tu ci urti dietro, che fai scendi e gli dai uno schiaffo?” la guarda di nascosto per capire la sua reazione “ e quello , povero disgraziato, ci può rimanere sul colpo. Gli smuovi tutto il cervello. Gli giri tutti i pensieri che aveva nella mente. Non so , ad esempio, stava pensando alla moglie che proprio quel giorno compie gli anni ed al regalo che deve fargli” la guarda mentre lei controlla che gli abiti siano asciutti “mi stai ascoltando vero?” dopo un attimo di silenzio “ no perché ho la sensazione di parlare da solo”

Giornalista: “ti ascolto” si volge verso di lui abbandonando sulla sedia ,con stizza, l’indumento che aveva in mano “ti ascolto, basta che la finisci di dire stronzate” allarga le braccia.

Operatore:  “ah! Tu le chiami stronzate. E no mia cara queste non sono stronzate, queste sono lesioni belle e buone” lei lo manda a quel paese. “ a quel poverino gli hai rovinato la vita”

Giornalista : “a quale poverino?”

Operatore : “ a quello della macchina” si guardano in cagnesco “dopo che gli hai dato lo schiaffo, gli hai rivoltato i pensieri. Ha si comprato il regalo, ma lo ha regalato all’amante e non portando il regalo alla moglie questa scopre la sua tresca con l’altra donna. Alla fine si separano e i figli soffrono per questo divorzio. Pensa che per colpa tua il figlio più piccolo non si sposerà e vivrà solo come un cane”

Giornalista : lo guarda , dopo un attimo di silenzio lo applaude “ma tu lo fai o ci sei?”

Operatore : “in che senso scusa”

Giornalista:” hai finito di prendermi per il culo?”

Operatore : “ok siamo seri” lei riprende a controllare le vesti sistemandoli meglio sulla sedia “ma perché mi hai dato lo schiaffo?”

Giornalista: stizzita abbandona le vesti sulla sedia e lo rincorre per mezzo giro intorno al tavolo “non ne posso più adesso mi vesto e me ne vado , meglio fuori che qui dentro con un deficiente come te”

Operatore: sorridendo “di la verità ti piaccio”

Giornalista :lo guarda fisso poi guarda le sue mani “Penso che hai ragione riguardo le mie mani. Devono avere un grosso potere, infatti lo schiaffo che ti ho dato ti ha confuso ancora di più quei pochi pensieri  che avevi” lui con un sorriso malizioso si avvicina “non pensarci nemmeno “ lo minaccia alzando la mano lui si allontana

Operatore : “ allora mi vuoi dire perché mi hai dato lo schiaffo?”

Giornalista : “hai una bella faccia tosta a chiedermelo. Ti sei dimenticato cosa hai fatto?”

Operatore: “cosa ho fatto?”

Giornalista: “vedo che oltre ai pensieri non hai coordinamento tra gli arti e il cervello” poi tutta di un fiato “ mi hai messo una mano in mezzo alle cosce”

Operatore : con aria di meraviglia “no non è possibile” lei lo guarda incuriosita “ veramente ti ho messo una mano lì” indica il basso ventre di lei , lei si compre maggiormente in quel punto “se è così mi devi scusare” lui gli sorride “ non avevo alcuna intenzione di fare una cosa del genere” lei lo guarda con aria arrabbiata “no che non ci ho pensato” lei si muove di scatto lui intimorito indietreggia “un momento capiamoci bene” mette le mani avanti “ sei una bella donna” cerca le parole giuste per non irritarla maggiormente  “poi ti sei coricata nuda sotto le lenzuola ” parla cautamente controllando i movimenti di lei “ un uomo come me “ lei lo guarda con aria schifata “ cosa c’è che non va” mostra il suo corpo con le braccia aperte “un uomo come me, forse per te sarà strano ma io mi sento un uomo” lei agita la mano destra come per dire <diciamo> “va bè lasciamo perdere questo discorso. Questa situazione mi ha eccitato e ho sognato”

Giornalista: “allora era tutto un sogno? A me non è sembrato un sogno. Ti sei avvicinato piano piano , ti sei girato di qua e di la, poi hai respirato forte ed alla fine mi hai messo la mano in mezzo alle cosce”

Operatore: “così tu eri quella che stava dormendo?” la guarda con un sorrisetto malizioso

Giornalista : “no ti stavo controllando”

Operatore : “mi controllavi e dicevi tra te e te <chi sa questo stupido dove vuole arrivare>” si guardano e si sorridono con un sorriso falso “comunque pensandoti nuda sotto quel lenzuolo, mi ha fatto fare sogni erotici”

Giornalista: “o’ veramente?” lo prende in giro “e quali sarebbero questi sogni erotici?”

Operatore: “ho sognato di stare in mezzo ad un prato. Immenso, pieno di fiori di campo. Sai quei campi che si perdono fino all’orizzonte dove i colori cambiano e si mischiano tra il verde bottiglia ed il verde pallido con il  bianco delle margherite ?” lei  lo guarda con passione “ io stavo sdraiato in mezzo a questo immenso campo e vicino a me stava , sdraiata di spalle, una donna bellissima dalla pelle rosa e vellutata come una pesca” lei si avvicina con occhi languidi lui la guarda e ingoia un po’ di saliva “ l’ho guardata in tutto il suo splendore e mi sembrava vera come se veramente fosse lì con me in quel prato. Mi ricordo i suoi capelli color castano , morbidi che le scendevano lungo la schiena ed il profumo che emanava. Era come se la primavera si fosse schiusa all’improvviso in ogni fiore”

Giornalista: “aveva i capelli come i miei?”

Operatore : “si proprio come i tuoi. Le spalle tonde , la schiena piatta ed un vitino sottile sottile “ lei si raddrizza e mostra il suo vitino sottile, lui la guarda con indifferenza e continua il racconto del sogno “ le sue natiche erano tonde come non ne ho viste mai , morbide e sode nelle stesso tempo” lei gli sorride in modo malizioso “le gambe erano affusolate e lunghe , caviglie piccole” nel raccontare lui guarda nel vuoto come inebriato da quella visione, poi come se fosse tornato alla realtà dopo un coma profondo “ non ho potuto resisterle e le ho messo una mano tra le gambe ” si guarda la mano colpevole mentre lei ha gli occhi chiusi e si morde leggermente le labbra “lei si è voltata e l’ho riconosciuta” lei lo guarda con occhi tiepidi di amore “ era Emanuela” lei irrigidisce di colpo lo sguardo e gli da un altro ceffone “ma sei impazzita?”

Giornalista: “ vediamo se impari a fare lo stronzo con Emanuela”

Operatore : “allora sei gelosa?” gli sorride maliziosamente e tenta di abbracciarla. Lei si dimena e si allontana da lui “dai non fare così , non ho sognato nulla” lei si fa avvicinare e tenere tra le braccia “neanche con trenta bicchieri di camomilla sarei riuscito a dormire stanotte” si baciano con passione.

La scena diventa nuovamente buia.   Fuori campo si sente russare. Poco dopo entra in scena Franco assonnato. La scena riprende luce . Il palcoscenico non è cambiato da prima e sul un lato della scena ci sono l’operatore e la giornalista. Stanno in piedi ed abbracciati. Non si muovono e nessun dei cacciatori li vedranno. E’ come se non ci fossero ed il loro tempo fosse fermo.

Amico: “è impossibile dormire” si lamenta scrollando la testa. Cerca un bicchiere nella credenza vicino al caminetto sulla destra della scena. Lo trova e trova una bottiglia di liquore, la guarda e  poi se ne versa un po’ nel bicchiere. Nel frattempo si sente nuovamente russare in modo esagerato fuori campo. Si ferma nel versare il liquore “è un orchestra” esclama riferito al rumore che produce quel russare. Si siede al tavolo proprio di fronte al pubblico. Al suo fianco, sulla sua destra, ci sono, immobili, i due innamorati, l’operatore e la giornalista, ma lui si siede come se non ci fossero. Si passa la mano tra i capelli “che giornata” esclama poi beve un sorso di liquore dal bicchiere. Fa una smorfia per sottolineare che il liquore è forte. “stamattina mi sono alzato alle cinque” parla da solo come se volesse fare un resoconto a se stesso della giornata “ prepara i fucili, vai a prendere quei due” indica con il bicchiere la porta della stanza dove stanno dormendo i suoi amici. “ quel ragazzo è proprio scemo , per poco non ci faceva finire in paradiso” beve un altro sorso di liquore “ me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa, glielo avevo detto a Carlo che non era il caso che suo figlio tenesse le cartucciere” scuote la testa “ma il bambino ha preso il piccio e cosa vuoi farci o lo spari , cosa che sarebbe stato meglio, o lo accontenti e così l’abbiamo accontentato” beve un altro sorso “ quel cretino non si è messo a giocare con i colpi ed i fiammiferi “ congiunge le mani come in preghiera “cosa da non credere. Dopo avrei dovuto sparare al padre” scuote la testa e resta un attimo in silenzio “ devono ringraziare a Carmela“  beve l’ultimo sorso “ è per lei che mi trovo in questo casino, io non so neanche sparare.” Prende dalla tasca di dietro il portafoglio ed estrae una foto , la foto della sua Carmela, la guarda con un sorriso sul volto, se la bacia poi l’appoggia sul tavolo davanti a lui “sarai contenta ora” parla alla foto “ devi conoscere mio fratello”  imita gli atteggiamenti della sua amata “ L’ho conosciuto a lui ed a quel cretino di tuo nipote” continuando ad imitare Carmela “ devi diventargli amico se vuoi sposarmi è un tipo incazzoso per niente mena le mani “ guarda la porta come per controllare che nessuno lo stia sentendo poi scuote la testa “ma chi me lo ha fatto fare” si lamenta con se stesso. Nel frattempo esce sul palcoscenico il figlio con le mutande lunghe, la camicia che lo copre fino alle cosce ed i capelli arruffati. L’amico non se ne accorge ed il figlio notandolo senza farsi sentire si mette dietro di lui che è seduto al tavolo.

Amico: “cosa devo fare? Dimmi tu cosa devo fare” si lamenta con la foto , nel frattempo il figlio gli sputa sulla testa , lui sente gli schizzi e guarda verso il soffitto , mentre il figlio si accovaccia dietro di lui , si guarda intorno,  prende il fazzoletto e si pulisce sulla fronte poi riprende “dovevamo tornare per le otto, forse torneremo domani, dico forse , con questa gente non si sa mai come e dove si va a finire” il figlio si è nel frattempo rialzato e ha ripreso a produrre piccoli sghizzi di saliva sull’amico. L’amico si sente nuovamente bagnato,  riguarda vero l’alto “deve esserci un buco nel soffitto” riprende il fazzoletto e si riasciuga la fronte “è una casa abbandonata questa ci sono buchi e perdite ovunque” si sposta un pochino con la sedia e la stessa cosa fa il figlio accovacciato dietro la sedia. “no, domani vogliono o non vogliono io torno a casa. Ho bisogno di un bagno caldo , di una buona tazza di caffè e di una dormita nel mio letto” il figlio riprende a sghizzare saliva su di lui  “ma che diamine non c’è un forellino c’è nu purtuso “ indica con le mani le dimensioni esagerate del foro , si volta di scatto e questa volta il figlio non è lesto a nascondersi e lui lo vede “ grande figlio di buona donna “ gli grida mentre lui scappa verso la destra del tavolo e l’amico lo rincorre per malmenarlo.

A questo punto la scena si ferma , l’amico resta fermo quasi alzato dalla sedia mentre il figlio è fermo nella fuga quasi ha superato il tavolo.

Operatore : “ hai occhi bellissimi” la guarda negli occhi “lo sai che hai degli occhi stupendi?”

Giornalista : “il piede”

Operatore : “tutti i tuoi amanti ti hanno detto che hai dei bei piedi?” le chiede meravigliato “ che strani amanti che hai avuto. Certamente avrai dei bei piedi ma con tutto questo ben di Dio a disposizione parlare dei piedi mi sembra una cosa strana”

Giornalista:” il piede” lo di ce con voce pacata

Operatore : “hai avuto una brutta infanzia mia cara non hai conosciuto le persone giuste”

Giornalista :”vuoi scendere o no dal mio piede?” gli grida in faccia

Operatore : “ah! Scusami non me ne ero accorto” gli guarda il piede “ma con un piede così dovresti mettergli il segnale di long vehicle “ lei si arrabbia, lui le sfugge verso la sinistra del tavolo e lei lo segue.

Adesso le due scene si muovono a rallentatore ma tutte e due . Da una parte il figlio e l’amico e dall’altra l’operatore e la giornalista. La scena è tale che il figlio che corre da destra a sinistra e la giornalista che corre in senso opposto si incrociano. Nell’incrociarsi entrambi si notano con espressioni di terrore. La scena riprende a velocità normale ma relativamente al figlio mentre la giornalista è ferma con le mani nei capelli e tra le braccia dell’operatore.

Amico: “ ti ho preso , adesso facciamo i conti” lo afferra per il collo della camicia , ma lui si accascia sulla prima sedia sulla sinistra intorno al tavolo. “ è inutile che fai la parte non mi freghi” gli dice mentre il figlio ha gli occhi sbarrati e gesticola ampiamente in segno che gli manca il fiato . l’amico in breve si accorge che il figlio non fa finta ma si sente male per davvero, non sa cosa fare prima va verso la parta della stanza dove dorme il padre poi ritorna dal figlio richiamato dalle sue smanie , sembra che stia per soffocare ma come aiutarlo “Carlo !” grida chiamando il cacciatore “Carlo” . il cacciatore si precipita fuori dalla stanza con la camicia da notte. L’amico lo guarda vestito in quel modo , poi meravigliato gli chiede “vai sempre a caccia portandoti a presso la camicia da notte?” il cacciatore lo guarda senza rispondergli anche perché richiamato dagli spasimi del figlio.

Cacciatore: “cosa è successo?” lo soccorre dandogli dei lievi schiaffetti sulle guance

Amico: “non riesce a respirare”

Cacciatore: “lo vedo . cosa gli hai fatto?”

Amico:” io niente stavamo chiacchierando del più e del meno quando si è sentito male”

Cacciatore : “portami un bicchiere di acqua , presto”, l’amico corre fuori dalla scena poi ritorna con un bicchiere d’acqua. Il cacciatore bagna due dita nel bicchiere e schizza in faccia al figlio dell’acqua fresca, ma non ricava alcun risultato. Il figlio ansima e si dispera agitando le mani ed indicando che non respira , la scena si ripete più volte ma con lo stesso risultato. L’amico guarda il figlio poi il bicchiere ed alla fine deciso lo riversa interamente il faccia al figlio che salta dalla sedia come se fosse stato morso da una tarantola. L’effetto è migliorativo , il figlio sembra non soffrire più di mancanza d’aria è più calmo anche se non riesce a parlare.

Amico:” sembra che abbia avuto effetto” i due si guardano in cagnesco il figlio è adirato per essere stato completamente bagnato. “eh! Mio caro chi la fa l’aspetti” sorride muovendo il dito indice. Il figlio lo fissa rimpicciolendo gli occhi. Poi inizia  a fare segno come se  volesse parlare con le mani.

Cacciatore:” cosa c’è a papà, vuoi dirmi qualcosa?” lui fa segno di si con il capo ed inizia ad indicare l’amico “ Franco” il cacciatore ripete secondo le indicazioni del figlio . il figlio fa si con il capo per indicare che il padre ha capito quello che intende dire “cosa ha fatto Franco?” lui continua ed indica il padre poi unisce i due indici più volte . il padre si acciglia “Franco vuole fare l’amore con me?” il figlio si arrabbia e scuote la testa in segno di non voler dire quella cosa . Ripete, indica nuovamente l’amico, il padre fa si con il capo, poi indica il padre “io” scuote la testa , lo indica nuovamente ma questa volta ruota la mano , poi unisce nuovamente i due indici “ma insomma che cosa vuoi dire io non lo capisco” si lamenta verso l’amico.

Amico: “non chiederlo a me io non lo capisco neanche quando parla normale”. Il figlio ha capito che con quei gesti non arriva da nessuna parte allora cambia movimenti. Indica nuovamente l’amico.

Cacciatore :”Franco” sottolinea il padre , poi guarda l’amico “ Franco ma cosa gli hai fatto?”

Amico: “perché mi guardi così?”

Cacciatore : “così come”

Amico: “così come si guarda qualcuno che ha fatto chi sa cosa”

Cacciatore: “ hai fatto cosa?”

Amico : “ Carlo lascia perdere. Io non ho fatto niente” il figlio fa la mossa di prendere qualcosa dal portafoglio è un foglio o una foto che guarda con ammirazione

Cacciatore: “Franco ha preso qualcosa dal portafoglio mio” il figlio scuote la testa “dal portafoglio suo” indica l’amico e il figlio abbassa più volte la testa in senso affermativo , il cacciatore sospira “mamma mia come è difficile capirti” si lamenta con il figlio mentre lui continua con la mima. Guarda con ammirazione il presunto foglio che ha tra le mani e lo accarezza e lo bacia “Franco guarda una foto che gli piace?” il figlio sorride e scuote la testa in senso affermativo “e cos’è che piace così tanto a Franco?” il figlio salta quasi dalla sedia e con l’indice teso sottolinea queste ultime domande del padre. Franco osserva la scena alle spalle del padre ha capito dove vuole arrivare il figlio. La scena continua mentre Franco si allontana lentamente dai due, va verso i fucili che sono appoggiati al muro sulla sinistra della porta della camera da letto. “Franco stava vedendo un paesaggio” il figlio scuote la testa in senso negativo “stava vedendo una donna?” il figlio sorride e conferma la domanda del padre “mi fa piacere , finalmente hai messo la testa a posto “ dice rivolto a Franco che è quasi vicino ai fucili , lui gli sorride “ come è questa donna, è bella? “ lui fa segno di si con le mani ed il volto “ me la devi far conoscere un giorno di questi” lui lo rassicura che sarà fatto con il solo movimento delle braccia.

Il figlio richiama nuovamente l’attenzione del padre , lui lo guarda e capisce , dai suoi gesti, che lui conosce la donna della foto che Franco stava baciando “tu la conosci?” fa segno di si “ e chi è?” a questo punto mentre il figlio si sta sbracciando per far capire al padre che si tratta della zia, Franco è arrivato ai fucili e ne ha raccolto uno,ha verificato che sia carico e lentamente lo ha puntato verso il figlio. Questi , mentre sta gesticolando con il padre, scorge da dietro le  spalle del padre la punta del fucile puntata su di lui. Si ferma come pietrificato. “allora? Perché ti sei paralizzato?” gli chiede il padre che non vede , essendo girato di spalle, Franco con il fucile “ti senti male” si preoccupa. Il figlio abbassa le braccia e si abbandona sulla sedia , poi tossisce.

Figlio: “Ca….ca”

Cacciatore: “sta parlando!” esulta della cosa rivolgendosi anche a Franco, che nel frattempo ha riposto il fucile contro il muro.

Amico: “che miracolo sta parlando nuovamente” senza alcuna enfasi

Figlio: “Ca….ca”

Amico : “ho capito” dice al cacciatore “vuole andare in bagno, gli è venuta una mossa di visceri” il figlio fa no con la testa poi ripete

Figlio :”Ca..ca”

Cacciatore: “Camicia” fa segno di no “ Casa” fa segno di no “ cane” si arrabbia facendo segno di no “ma che cazzo vuoi dire?” il figlio si immobilizza e gli punta il dito indice come un cane da caccia punta la preda irrigidendo la coda.

Figlio :” Ca..cazzo”. Il padre si spazientisce mandandolo a  quel paese con la mano.

Cacciatore :” mi credevo cosa volevi dirmi. Ma perché ti sei impaurito?”

Figlio: “ ho Vi…vi…visto” si ferma un attimo arrabbiandosi con se stesso

Cacciatore : “cosa hai visto?”

Figlio : “ho vi…vi …visto” si ferma nuovamente

Amico: “Carlo lascialo parlare altrimenti qui facciamo giorno”

Figlio :” ho vi.. vi.. visto “ Franco tappa la bocca a Carlo mentre il figlio prende fiato “un fa… fa.. fantasma” si guardano in silenzio

Amico: “hai visto un fantasma?”  amico e padre si guardano sospettosi poi guardano il figlio

Figlio: salta dalla sedia e si dirige verso il centro del tavolo “ho visto un fantasma. Ho visto una donna che mi correva contro” imita la situazione di prima.

Cacciatore: “ha preso troppo freddo sta male” gli mette la mano in fronte per sentire la febbre “adesso senti tua madre come si arrabbia con me”

Figlio. “non mi credi?”

Cacciatore: “certo che ti credo” gli sorride

Figlio: “no tu non mi credi”

Amico: “hai detto che questo fantasma era una donna” lui annuisce “ come era questa donna?”

Figlio: ci pensa un attimo “ bella , correva anche lei . si è spaventata quando mi ha visto”

Amico: “su questo ci credo”

Cacciatore:” smettila Franco di prenderlo in giro”

Figlio: “ho visto un fantasma. In questa casa ci sono i fantasmi” si guarda intorno con gli occhi sbarrati

Amico: “ Carlo digli di non fare così, mi fa paura”

Cacciatore:” perché non glielo dici tu” intanto il figlio gira per la stanza con gli occhi sbarrati e le braccia aperte

Figlio: “ fantasma dove sei vieni ti voglio vedere”

Cacciatore : “ non mi sembra tanto normale” il figlio guarda sotto il tavolo, apre la porta della stanza, guarda nei cassetti della credenza . i due cacciatori lo seguono con gli occhi incuriositi di ciò che sta facendo e restano ancora più meravigliati quando Andrea guarda nei cassetti per cercare i fantasmi.

Amico: “perché qualche volta lo è stato?”

Cacciatore:” tutta l’acqua che abbiamo preso ieri gli ha fatto male . dobbiamo tornare a casa “

Amico: “si gli ha ristretto quel poco di cervello che aveva”

Figlio : guarda i piedi del tavolo poi contento si siede su di una sedia vicino al tavolo “venite , venite” li prega di accomodarsi  “ facciamo la catena” mette le mani collegate con le dita aperte sul tavolo

Amico: “no  queste cose non le faccio”

Cacciatore : “non dirmi che hai paura?”

Amico: “ no non ho paura ma queste cose non le faccio” il cacciatore si siede sulla sedia alla sinistra del figlio e pone le sue mani sul tavolo collegandole con quelle del figlio

Figlio: “ Franco vieni a sederti “

Amico. “no non voglio”

Figlio: si alza di scatto con aria da pazzo  battendo  la mano sul tavolo “ho detto di venirti a sedere” a questo punto l’amico non se lo fa dire un’altra volta e si siede al tavolo unendo anche le sue mani a quelle degli altri.

Amico: “ Carlo ho paura” si lamenta

Cacciatore: “non dire sciocchezze , fallo per me, fallo contento” con timore si siede e continua la catena

A questo punto i tre restano immobili mentre si rianima la scena tra la giornalista e l’operatore.

Operatore : “ cosa ti è successo non ti senti bene?”

Giornalista: Ha l’aria spaurita , non riesce a pronunciare parola, poi si libera con grande sforzo “ ho visto qualcosa” si ferma guardandosi dietro nel punto in cui vi era stato l’incontro “ho visto qualcuno “ guarda l’operatore negli  occhi

Operatore : “cosa hai visto?”

Giornalista: si allontana con stizza dalle sue braccia “ho visto come un ombra” si volta verso di lui con aria dubbiosa “era un uomo” nuovamente si ferma riflettendo sull’accaduto “un uomo giovane, vestito in modo strano, con i capelli arruffati”

Operatore : la guarda con un sorriso stampato sulle labbra “un uomo? Hai visto un uomo? Quando è accaduto questo evento?”

Giornalista: lo affronta in pieno viso “prima di tutto togliti quel sorriso da ebete dalle labbra e poi non ti permettere di prendermi in giro” si puntano per un attimo, poi lui abbassa lo sguardo , lei riprende il discorso con meno enfasi “ si ho visto un’immagine che raffigurava un uomo” si riposiziona proprio nel punto che ha avuto la visione “l’ho visto proprio qui , prima quando io ti rincorrevo”

Operatore: “ma qui non c’è nessun uomo” le sorride “escluso me si intende” fa la mossa di avvicinarsi a lei ma lei lo evita

Giornalista: “ non prendermi in giro, lo so che sembra assurdo, ma ti dico che ho visto una figura corrermi contro” si odora le mani , poi posiziona le dita sotto il naso di lui “senti ho ancora il suo odore sulle mani”

Operatore: allontana le mani di lei dalla sua faccia “mi vuoi prendere in giro. OK ci sei riuscita ma adesso finiscila con questa storia”

Giornalista  : “non voglio prenderti in giro” si odora nuovamente le dita “sento ancora il suo odore” riflette “sembra sudore” f a la faccia un po’ schifata , poi lo fissa negli occhi “l’ho attraversato” si ferma un attimo nel discorso “ si l’ho attraversato” ritorna sulla scena dell’accaduto e fa uno sbalzo in avanti “ gli sono passato dentro” respira l’aria intorno “ ho percepito il suo corpo , il calore , il suo respiro, il suo odore “ ci riflette “per un attimo ho sentito i suoi pensieri “

Operatore : “cosa pensava? Anche lui scappava da te? “ si avvicina e l’abbraccia ,lei lo guarda pensando ad altro

Giornalista: “stava scappando da qualcuno , aveva paura”

Operatore: si allontana da lei “ basta con questa storia , mi fai venire i brividi”

Giornalista: con lo sguardo nel vuoto “ho visto un fantasma”

Operatore: “penso che sia ora di andarcene” si avvicina ai suoi indumenti lasciati sulla sedia ad asciugare

Giornalista:” ti rendi conto , ho visto un fantasma”

Operatore : “prendi i vestiti che ce ne andiamo” le passa la sua roba , ma lei la lascia cadere a terra

Giornalista: “ o Dio mio , allora esiste veramente l’aldilà”  lo prende per il braccio attirando la sua attenzione

Operatore: “ me lo stai chiedendo? Perché io personalmente non voglio sapere nulla dell’aldilà anzi preferisco stare aldiquà e penso che si è fatto tardi e sarebbe meglio andare”

Giornalista: “pensa che scoop se potessi intervistarlo”

Operatore : “hai dei problemi” posa con stizza i panni nuovamente sulla sedia “sei una donna bellissima ed affascinante, ma qualcosa qui dentro non ti funziona molto bene” le pone il dito sulla fronte

Giornalista : come risvegliata da un torpore “ ma ci pensi che fortuna che abbiamo? “ come se leggesse i titoli di un ipotetico giornale “ giornalista ed operatore intervistano un fantasma svelando tutti i misteri dell’aldilà” sogna ad occhi aperti , poi riprende “ il mondo sconosciuto non è più estraneo ai nostri pensieri grazie a due report “ si ferma nuovamente per riordinare le idee , poi sta per riprendere

Operatore : “e basta mi stai leggendo tutto il giornale” la guarda negli occhi “io voglio tornare a casa” sta quasi piagnucolando

Giornalista: gli sorride “voglio intervistarlo”

Operatore: “sei completamente fusa. Vuole intervistare un fantasma” fa la voce professionale imitando una telefonata e portando il pollice all’orecchio e il mignolo sulla bocca come se la mano fosse una cornetta telefonica “mi scusi parlo con il Paradiso?” fa finta che qualcuno lo risponda “vorremmo parlare con il fantasma “ acciglia gli occhi come se non capisse “mi scusi non si sente bene , sa la distanza” la guarda mentre lei sta con le mani incrociate  gli sorride, coprendo con l’altra mano l’ipotetico ricevitore “vuole sapere di quale fantasma stiamo parlando , sai lì sono tutti fantasmi” sorridono “mi scusi” riprende la conversazione con l’aldilà “ sa è la prima volta … comunque vorremo parlare con il fantasma che abbiamo visto in questa casa “ rivolta a lei , come per tranquillizzarla “hanno capito di quale fantasma stiamo parlando” riappoggia la cornetta all’orecchio “ah! Non è in casa , è uscito per una commissione” la guarda nuovamente , mette l’altra mano sul suo mignolo come per coprire il ricevitore di quella ipotetica cornetta telefonica “mi dispiace cara, mi dicono che non c’è” alza le spalle , poi riprende la conversazione al telefono “ senta mi potrebbe fare un piacere? A questo fantasma gli dovrebbe dire che noi siamo dei giornalisti e che desideriamo fargli una intervista” fa finta di ricevere una risposta “certamente sempre se lui è disponibile e sotto un lauto compenso” guarda nuovamente la giornalista riponendo l’altra mano sul suo mignolo “anche all’aldilà non sono fessi” riprende la conversazione “non si preoccupi , come dice?” fa finta di ascoltare ,poi con aria meravigliata e rivolta a lei , sempre coprendo con l’altra mano il suo dito mignolo “vogliono tre miliardi di dollari” lei gli sorride “ok affare fatto aspetto la sua chiamata, le do il numero , ah si fa vivo lei ok arrivederci “ fa finta di chiudere il telefono chiudendo la mano “oddio! non potremo sentirci” la guarda con aria disperata “come faranno a farsi vivi” lei sorride e lo applaude lentamente

Giornalista: “hai finito?” lui fa segno di si alzando le mani  “lo so non mi credi. Non posso darti tutti i torti, forse se fosse capitato a te anch’io non ti avrei creduto” dopo un momento di riflessione

Operatore: “ok diciamo che ti credo” lei gli sorride “un momento, ho detto diciamo”

Giornalista :” già è qualcosa”

Operatore :”diciamo allora che ti credo. Ammesso pure che ciò sia vero, mi dici come pensi di intervistarlo?” lei gli si avvicina con fare malizioso “quando fai così mi fai preoccupare”

Giornalista: “ stavo pensando che se questa casa è infestata dai fantasmi potremo provare a richiamarlo”

Operatore :” come pensi di fare? gridando il suo nome a queste mura?”

Giornalista :” pensavo di fare uno di quei giochetti che si fa quando si è giovani”

Operatore :” ecco la parola giusta , quando si è giovani. Mi hai guardato bene? Ho quasi quarantacinque anni , io mi ritengo non più giovane , tu penso che ne abbia”

Giornalista: “attento potresti farti male”

Operatore: “diciamo quasi quaranta?” lei gli sorride. Visto che non siamo giovani direi che non possiamo dedicarci a giochini stupidi e quindi suggerirei di filarcela via da questa casa che mi sta dando su i nervi”

Giornalista: “non essere stupido. Mica hai paura?”

Operatore: “io paura? E di cosa ? di uno stupido fantasma con i capelli ritti sulla testa. Si ho paura e me ne voglio andare da qui nel più breve tempo possibile” nuovamente raccogli i suoi abiti dalla sedia ormai asciutti

Giornalista: “aspetta” lo ferma togliendogli gli abiti da mano ed appoggiandoli nuovamente sulla sedia “voglio provare a contattarlo”

Operatore :” non ti manca una rotella ma l’intero ingranaggio figlia mia”

Giornalista : “ una sola volta” lo supplica

Operatore: “ se tu pensi che io mi faccia convincere stai sbagliando”

Giornalista: “guarda questo tavolo ha tre gambe”

Operatore : “ e con questo?”

Giornalista : “possiamo fare una seduta spiritica” lo guarda perplesso “ non dirmi che quando eri più giovane non hai mai fatto nulla del genere . Non hai mai fatto il gioco del bicchiere?” lui la guarda con aria preoccupata

Operatore: “proprio perché l’ho fatto non ho nessuna intenzione di rifarlo” ormai sembra deciso si allontana verso i propri indumenti per raccoglierli ed andarsene

Giornalista : “ Aspetta” lo ferma nuovamente “sai che cos’è una seduta spiritica?” attende un attimo poi riprende “ è una seduta  dove si invoca uno spirito, i partecipanti uniscono le dita , tenendo ferme le mani su di un tavolo con tre piedi . il tavolo e la catena formano una energia che consente agli spiriti di arrivare fino a noi” lui la osserva silenziosamente in un atteggiamento che è un misto tra la paura e l’ammirazione verso di lei che appare così entusiasta di ciò che sta dicendo “basta un niente , un movimento di un dito per spezzare la catena e quindi interrompere questo misterioso canale” lui le si avvicina lei resta perplessa , l’accarezza poi la bacia su di una guancia

Operatore: “ è così tanto importante per te fare questa esperienza?”

Giornalista : “ si , sono sconvolta e nello stesso tempo attratta da ciò che mi è accaduto. E’ come se quell’uomo mi fosse entrato dentro e come se dentro di me ci fosse una forza misteriosa che mi spinge a rincontrarlo in un modo o in un altro” dopo un attimo di silenzio “è poi non pensi che sia lo scoop che stavamo cercando?”  dopo un’altra breve interruzione “tutto quello che ci è successo oggi mi è sembrato assurdo. L’intervista, la cassetta che hai dimenticato, l’incidente e poi questa casa persa chi sa dove avvolta nella pioggia, misteriosa come un castello inglese del cinquecento, con i suoi mobili coperti da lenzuola e la sua aria di abbandono. Non pensi che il destino ci abbia spinto qui per una ragione che noi non sappiamo? Forse qualcuno dall’aldilà vuole comunicare con noi “

Operatore :”Veramente , qualche minuto fa credevo che il destino volesse qualcos’altro” poi si riprende da quello che sta pensando e da quello che sarebbe potuto succedere tra lui e lei ” non dire sciocchezze , non voglio più ascoltarti , stai dicendo una enormità di fesserie” con uno scatto si siede al tavolo “ vuoi fare una seduta spiritica be accomodati , facciamola e non ne parliamone più” lei resta perplessa per un istante, poi si accomoda ed unisce tra loro le mani unendo  il dito mignolo con quello dell’operatore.

Ora sono tutti seduti allo stesso tavolo dalla sinistra verso destra c’è la giornalista , l’operatore, il figlio, il cacciatore e l’amico. Tutti hanno le mani sul tavolo formando una sola catena legate dalle dita mignolo di ognuno. La catena è un semicerchio lasciando uno spazio libero rivolto al pubblico.

Operatore :” ora cosa si fa?”

Giornalista: “ora basta evocare lo spirito che ho visto”

Operatore: “se dobbiamo farlo fallo subito e togliamoci il pensiero” lei si schiarisce la voce tossendo lievemente “devi evocare uno spirito non cantare” lei lo guarda di sbieco

Giornalista: “spirito” evoca lo spirito con voce tremante

Operatore : “ non mi sembri poi così coraggiosa”

Giornalista: ”stai un momento zitto mi devo concentrare”

Operatore: ”scusami non volevo disturbare nessuno” si guarda tutto intorno alla stanza

Giornalista: “spirito che ho incontrato prima”

Operatore: “ potevi farti dire il nome di questo spirito ora chi sa chi viene”

Giornalista: stizzita stacca la catena e si alza dalla sua sedia “se hai voglia di sfottermi allora è meglio finirla , possiamo anche andarcene”

Operatore : “scusami hai ragione mi sono fatto prendere dalla situazione” si guardano, lui le fa cenno con il capo di risiedersi e riprendere la seduta, lei si fa convincere e si risiede al suo fianco riformando la catena, poi chiude gli occhi e evoca lo spirito

Giornalista: “spirito di prima”

Operatore: scoppia in una sonora risata “scusami “ non riesce a fermare il suo riso che è soffocato ma continuo “mi sembra di vedere tutti gli spiriti” si ferma costretto a ridere del suo stesso pensiero “ che si guardano in faccia l’uno con l’altro e si chiedono ‘ ma chi di noi è lo spirito di prima, ma di prima quando? “ ride adesso più sonoramente “scusami Cloder sai che ora è?” imita uno degli spiriti “no Adams il mio orologio si è fermato nel 1920 ” si scompiscia di risate, lei sembra irritata ed arrabbiata del suo atteggiamento . dopo alcuni secondi lui si ricompone ha ancora qualche sussulto di risata che lascia morire dentro di se poi ripone le mani sul tavolo e ricostruisce la catena. Lei richiude nuovamente gli occhi sospirando con forza

Giornalista: “spirito se ci sei fatti vedere”

Figlio: “unite la catena “

Amico: “ma perché mi sono fatto convincere da Carmela”

Cacciatore: “cosa hai detto?”

Amico: “niente, ho detto che manca solo una candela” il cacciatore annuisce.

Ora la scena passa ai tre cacciatori mentre il giornalista e l’operatore sono immobili, anche se tutti e cinque sono seduti allo stesso tavolo

Figlio: con tono più duro “silenzio mi devo concentrare” dopo pochi minuti di concentrazione nei quali mantenendo gli occhi chiusi espira ed inspira profondamente mentre padre ed amico lo guardano preoccupati . poi l’amico sottovoce verso il padre

Amico: “ non sta ancora molto bene”

Cacciatore : “ effettivamente non penso che si sia ripreso del tutto , ma conviene non contraddirlo “ l’amico ci pensa un po’ su quest’ultima affermazione del cacciatore

Amico: “ perché non dobbiamo contraddirlo?”

Cacciatore : “ me lo hanno detto i medici” sempre più preoccupato
Amico : “ quali medici?”

Cacciatore : “ scusami, non ti ho detto una cosa , ma credevo che non ci fosse stato bisogno”

Amico :” detto cosa?”

Cacciatore: “mio figlio è da una settimana che è uscito”

Amico : quasi  preso dal panico “uscito da cosa?”

Cacciatore : “ dal manicomio provinciale”

Amico : alzando leggermente la voce “dal manicomio ?” il figlio apre gli occhi tutti e due si ricompongono facendo finta di essere attenti . il figlio dopo aver controllato la situazione richiude gli occhi

Figlio: “spirito delle mie brame se ci sei batti un colpo”

A questo punto escluso il figlio che resta con gli occhi chiusi , gli altri personaggi socchiudono gli occhi come per guardare meglio qualcosa che si nasconde tra la nebbia. Del fumo invade la scena in modo da rendere l’idea della visione tra i due gruppi. Poi spalancano gli occhi . Si sono visti l’uno con l’altro. La giornalista si porta la mano alla bocca come per impedire di gridare, l’operatore le riporta la mano sul tavolo a ricostruire la catena . Il panico è nell’aria, tutti vedono tutti e si ricredono su ciò che hanno sempre pensato ma mai creduto veramente. L’aldilà esiste.

Operatore: “penso che devi dire qualcosa” irrompe l’operatore ,suggerendo le mosse alla giornalista che appare sempre più sconvolta ed incapace di formulare alcuna domanda “Scusate il disturbo “ dice timidamente alle figure che ha di fronte

Amico: “caspiterina “ esclama “scusate voi del disturbo” , il figlio riapre gli occhi nel sentire queste parole

Figlio : “è quella la donna che ho visto”

Cacciatore: “ l’aveva vista veramente” esclama perplesso

Amico: “che peccato”

Cacciatore: “che peccato cosa”

Amico: “che peccato che è morta. Guarda che bella donna”

Cacciatore: “ma tu pensi sempre a quello , se usciamo da quest’incubo devo consigliarti il psichiatra che ha in cura mio figlio”

Operatore: sorride ai tre che gli ricambiano il sorriso “come vi chiamate?”

Cacciatore: “io sono Carlo lui è Franco e quello è mio figlio Andrea. E voi come vi chiamate?”

Operatore: “io sono Giovanni  mentre lei è Stefania” dopo un attimo di silenzio “dovete scusarci che vi abbiamo disturbato costringendovi a venire da noi”

Cacciatore: “Lei non deve scusarsi, siamo noi invece che dobbiamo scusarci con voi. Sa mio figlio Andrea ha voluto vedervi” la giornalista e l’operatore guardano Andrea. Poi l’operatore sotto voce a Stefania

Operatore: “sembra scavato di fresco”

Cacciatore: “avete detto qualcosa?”

Operatore: “no. Io e la mia compagna ci chiedevamo chi foste”

Cacciatore: “siamo tre cacciatori, intendiamoci non è che abbiamo sparato mai a qualcosa di vivo.”l’operatore e la giornalista sorridendo tra loro. “Ma ci piace andare a caccia , camminare per i boschi e sentire l’aria fresca della mattina sulla pelle”

Operatore: Rivolto alla giornalista “Poverini vivono di ricordi, cioè muoiono di ricordi ….insomma hai capito cosa voglio dire” lei lo guarda con aria severa

Cacciatore:” e voi chi siete?”

Operatore: “noi? Siamo due reporter. Per meglio dire lei è la reporter ed io un semplice  cineoperatore” si sorridono imbarazzati poi simultaneamente si chiedono qualcosa

Cacciatore : “scusami dici prima tu”

Operatore: “no scusami tu , prego prima a te la parola”

Cacciatore: “no non è possibile prima tu”
Operatore: “non posso, la precedenza è tua”
Figlio: interviene stizzito “insomma basta, prima tu ,prima io “ li guarda entrambi in cagnesco “se continuate così

facciamo mattina”

Operatore: urta con il gomito ,la giornalista, senza farsene accorgere , poi a bassa voce “hai sentito non possono

vedere la luce del sole”

Giornalista: “stai zitto per favore?” lei lo richiama. Dopo essersi data un contegno “sono contenta di conoscervi ,

questo per me è una cosa importante e risolve molti dubbi che avevo. Posso farvi alcune domande? Sempre

che questo sia possibile , voi siete liberi di rispondere o meno a quello che vi chiederò” i tre cacciatori

si guardano tra di loro

Amico: con aria sorridente e affascinato dalla bellezza di lei “certamente lei può farci tutte le domande che vuole”

la fissa come in contemplazione “con quelle labbra può dire quello che vuole. Lei è molto bella”

Giornalista: abbassa per un attimo gli occhi “la ringrazio”

Operatore: sottovoce “mi dispiace solo che è già morto” lei le dà uno spintone per farlo zittire

Giornalista : dopo aver  preso un’aria professionale “come è successo? ” i tre cacciatori si guardano nuovamente  chiedendosi cosa volesse sapere quello spirito

Cacciatore: rivolto all’amico “vogliono sapere come mai siamo qui” sorride “ora ho capito sono i proprietari di

questa casa”

Amico: parlando lentamente e scandendo le parole“ Ci dovete scusare che siamo entrati nella vostra casa.

Ma questa casa è stato il nostro unico riparo per il cattivo tempo “

Operatore. “perché parlano così?”

Giornalista: “non chiederlo a me”

Operatore: “ho capito” esclama con voce sempre bassa “ loro parlano normale , ma vivendo in mondi diversi dove il

tempo viaggia in modo differente noi li sentiamo parlare piano è come se fossero a rallentatore” la

giornalista lo guarda perplessa

Amico: sempre con lo stesso tono “stamattina è successo che quel “ guarda Andrea “burlone di un ragazzaccio”

guarda il cacciatore “ incidentalmente” il cacciatore abbassa la testa in segno di consenso “trafficando con i

colpi del fucile ed un fiammifero “ Andrea lo guarda con gli occhi piccoli “ha provocato un scoppio” sospira

“non è successo nulla per fortuna , ma la paura è stata tanta, poi la pioggia ci ha sopraffatto e questa casetta ci ha

salvato da un bagno non previsto”

Operatore : sottovoce “hai notato che ha un timore reverenziale verso il ragazzo”

Giornalista: “hai ragione deve essere il loro capo o qualcuno di importante lassù”

Operatore : “dal giorno della disgrazia ,questa casa è stata la loro nicchia” la guarda poi si guarda attorno , lei scuote la

testa come per chiedergli cosa stesse pensando “chi sa dove sono seppellite le loro spoglie”

Giornalista : “smettila di dire certe cose. È già molto difficile così”

Amico: “scusate” interrompe la conversazione dei due, questi si rivolgono sorridendogli “a voi cosa è successo…

insomma come mai siete qui?”

Operatore : sottovoce “ lo sapevo sono arrabbiati che abbiamo occupato la loro casa “ poi rivolto allo spirito

“non volevamo invadere la casa, abbiamo avuto anche noi un incidente. Qui fuori. Stavo guidando , abbiamo

sbagliato strada”

Giornalista : “hai sbagliato strada”

Operatore: la guarda “ho sbagliato strada, poi il temporale , non ho visto un albero …”

Giornalista : “stavi pensando ad altro si vede”

Operatore: “ok ero distratto e con questo? Se tu non mi avessi dato quello schiaffo , tutto questo non sarebbe successo”

Giornalista : “ah! Secondo te avrei dovuto lasciare che la tua mano mi accarezzasse la coscia?” discutono come se non

si trovassero in quella situazione , poi l’amico tossisce proprio per richiamare l’attenzione . entrambi

rientrano nella seduta spiritica un po’ imbarazzati “ scusateci , ma abbiamo avuto varie discussioni  su

quest’argomento”

Operatore : “finite tutte nello stesso modo “

Amico: “ti capisco” dice rivolto all’operatore

Giornalista : “lei capisce cosa?”

Cacciatore :”il mio amico vuole dire che capisce la situazione e non vi dovete scusare. È vero Franco?” lo rimprovera

mentre la Giornalista aspetta la risposta da lui

Amico: “volevo dire …” Carlo lo guarda con aria supplichevole “volevo dire che lei ha ragione a lamentarsi con il suo

compagno” il cacciatore sospira

Operatore : riprendendo il discorso “insomma siamo andati a sbattere contro un albero poco distante da qui. Questa casa  ci ha riparato dalla pioggia. Abbiamo asciugato i nostri panni vicino al caminetto , appena si fa alba ce ne andiamo”

Cacciatore: rivolto all’amico “non possono restare quando si alza il sole”

Amico: “meno male”

Operatore: “quanto tempo fa è successo il vostro incidente?”

Amico: “ieri nel pomeriggio”

Operatore: rivolto alla giornalista “te lo avevo detto che erano morti di fresco” lo zittisce scrollando la spalla

Amico: “quando siete morti?” L’operatore fa la faccia meravigliata

Operatore: “ scusami puoi ripetere la domanda?”

Amico: “se non sono molto indiscreto, volevo sapere quando siete morti”

Operatore: “ma noi non siamo morti” guarda Stefania “siete voi i morti” i tre cacciatori si guardano stupefatti

Amico: “noi siamo morti?” si guardano nuovamente “vi sbagliate noi siamo vivi e vegeti come non mai “

Operatore: “anche noi siamo vivi e vegeti come non mai “

Giornalista : “questo ve lo posso confermare io” si guardano in cagnesco lei e l’operatore

Amico: “allora come è possibile. Noi credevamo che voi eravate degli spiriti”

Operatore: “anche noi pensavamo la stessa cosa di voi”

Amico: “ma se siamo , o crediamo di essere tutti vivi perché non riusciamo a vederci?” su tutti cala un silenzio pieno

di pensieri

Operatore: “Questo significa che non siamo tutti vivi” nuovamente c’è un attimo di silenzio “ e non siamo tutti morti” i                   cinque personaggi si guardano l’uno con l’altro.  “È come se ci fossero due mondi uno di qua e l’altro di là” scuota la testa “Non chiedetemi chi di noi sta occupando l’uno o l’altro in questo momento, non lo so neanch’io “ riflette un attimo mentre gli altri lo stanno ad ascoltare in silenzio “però una cosa penso di aver capito” li guarda uno ad uno  “non siamo tutti vivi. Sia noi che voi siamo stati vittima di un incidente” fissa Carlo “voi con l’esplosione, noi con l’incidente contro l’albero” fa una pausa “una cosa però è sicura, chi di noi è morto la sua anima è ancora qui nel mondo dei vivi”  nuovamente si ferma un attimo come per raccogliere le idee “ è come se tra il mondo dei vivi e quello dei morti ci fosse un confine invisibile e noi o voi non l’abbiamo ancora attraversato. È proprio per questo motivo che siamo riusciti a vederci. Lui “indicando il figlio “ e lei “ indicando la giornalista “si sono visti nel momento in cui hanno occupato lo stesso spazio nello stesso tempo.” Il silenzio riempie la scena. “una cosa abbiamo capito da questa situazione. Abbiamo capito che la morte, cioè il passaggio dalla vita alla morte, non è un passaggio veloce. Una persona che muore per un certo periodo di tempo non sa di esserlo, crede ancora di essere vivo, portando con se le immagini ed i ricordi della sua vita, i suoi amori e le sensazioni che ha avuto” fissa la donna.” In un certo senso continua a vivere in un mondo parallelo al confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Questo confine è uguale a quello che stava vivendo e sente ancora il piacere della vita sul suo corpo tanto da non sapere di essere invece morto, di non appartenere più a quel mondo che ancora percepisce con tutti i suoi sensi” fa un respiro profondo prima di riprendere “Con il tempo poi, lentamente si allontana dalla vita reale, ed i ricordi incominciano a sbadirsi ed anche le percezioni che aveva della vita iniziano a diventare impalpabili. Lentamente vede sbiadire il ricordo della donna che ha amato, la sensazione dell’aria tiepida della primavera, i colori dei campi in fiore e quasi più non ricorda le sensazioni di pace che un tramonto rosso gli aveva dato, alla fine dimentica ogni cosa della sua vita e diventa anima. Anima senza un’identità uguale come migliaia di anime” guarda in volto ognuno dei presenti “perché succede questo?” domanda e senza aspettare una risposta riprende “non lo so, forse è normale e così che deve andare o forse dipende da  ciò che abbiamo in sospeso” guarda la donna “forse non abbiamo avuto ancora il modo di dichiarare il nostro amore ad una donna” guarda Carlo “oppure  pensiamo di non aver dato abbastanza attenzione ad un figlio” ora guarda Franco “o non siamo ancora riusciti a rendere pubblico un amore” scuote la testa “potrebbe essere questa la ragione per la quale noi tutti siamo convinti di essere vivi“ tutti fanno si con la testa “e chi di noi è morto è ancora in quella zona di confine che non appartiene a nessuno ne alla vita né alla morte” fa una pausa poi riprende con aria triste “Questo però lo scopriremo presto. Domani chi di noi si sveglierà e sarà in grado di sentire il calore delle primi raggi del sole sulla sua pelle o l’odore della rugiada sul verde dei campi, saprà di essere ancora vivo. Domani noi o voi uscendo da questa casa scoprirà i corpi degli altri , avvertirà la polizia e saprà di averli conosciuti” la voce diventa flebile “se domani doveste essere voi a scoprire i nostri corpi , nell’auto qui fuori , vi prego di avvisare le nostre famiglie e di dir loro che noi le amiamo anche se non siamo più con loro” con tono triste “lo stesso faremo noi con voi” la avvolge i personaggi ognuno guarda l’altro con aria pietosa

Amico: “mi ha fatto piacere di avervi conosciuti peccato che questo , comunque vada sarà l’unico incontro che

Potremo avere”

Operatore : “forse veramente il destino ha voluto che noi ci incontrassimo , forse adesso non capiamo ancora il perché ma domani chi sa, forse capiremo la ragione. Si è fatto tardi dovremo dormire un po’, domani ci aspetta una giornata particolare sia per chi sta al di qua che per chi  si troverà aldi là”

Amico: “comunque vada vi penseremo sempre. Addio Giovanni , addio Stefania sei bellissima e penso che lui ti ami”

Operatore: “anche noi vi porteremo nel cuore . Addio Franco, addio Andrea…. Addio Carlo !”

 

Staccano la catena e si alzano lentamente dalle loro sedie . Operatore abbraccia Stefania , il cacciatore il figlio poi si aggrega anche l’amico. Lentamente spariscono nell’altra stanza. L’ultimo ad uscire è l’operatore che si guarda intorno , vede i suoi indumenti sulla sedia davanti al caminetto , il tavolo al centro della stanza i fucili appoggiati al muro poi sospira e spegne la luce.